Avete presente la sensazione che si ha dopo aver mangiato un abbondante porzione del vostro piatto preferito a lungo agognato? Ecco, quando finisce il Fosso è sempre un po’ così. Soddisfatti di aver partecipato ed aver migliorato le proprie prestazioni, o perché riusciti a fare il numero di gare prestabilite, o perché si sono stretti nuovi legami. Ma nello stesso tempo “infelici perché qualcosa di bello è finito”. Semplicistica l’affermazione? Certo. Semplice proprio come osservare il piatto vuoto appena consumato. Ed è questo che ti lascia il Fosso, soddisfazione con un pizzico di infelicità. Tant’è che la maggior parte di noi non vede l’ora che ricominci, a tempo debito ovviamente, ma si sa, l’attesa del piacere è essa stessa un piacere.
Io in tutta onestà quest’anno non sarei dovuto esserci, chi mi conosce un po’ di più rispetto agli altri lo sapeva da tempo. Perché? Perché gli impegni cominciano a diventare tanti e qualcosa si è purtroppo costretti a sacrificare. Poco sopra ho citato una parola, scommetto che i più l’hanno lasciata scivolare all’interno del contesto della frase. Quella parola è “legàmi”.
Legami che naturalmente si instaurano al Fosso, tappa dopo tappa, e che tante volte scaturiscono per ciò che si scrive, per quello che si dice, per le azioni che si compiono. E nascono nuove amicizie che vanno al di là del “ciao come stai”, le stesse che ti spronano a tornare sui tuoi passi, che ti mordono la coscienza lacerando dissapori e malumori.
Anche il direttivo, che è sempre molto attento alle dinamiche del circuito, non appena arrivata alle loro orecchie la voce del mio abbandono, si è mobilitato incatenandomi ad una sedia e prosciogliendomi solo dopo la riconferma per quest’anno. Ovviamente scherzo, ma credo che un piccolo encomio andasse anche a loro per il lavoro che svolgono da sempre nelle retrovie.
M’era stato chiesto anche di gestire il sito del Fosso, ma sarebbe stato troppo dispendioso in termini di tempo, non riesco a stare dietro nemmeno ad Alexposure.it come si deve. Così è arrivato un nuovo elemento nella famiglia del Fosso, Daniele, nuovo addetto stampa del circuito. Aveva scritto anche qui l’anno scorso, ve lo ricordate? Motivo per il quale il sottoscritto si era subito sentito la libertà di suggerirlo (anche se era già nei piani del direttivo stesso).
E fortunatamente le cose sono andate così come dovevano andare. Perché? Perché per lui scrivere è la sua professione. Perché dal nulla ha creato un sito che è diventato il vostro punto informativo di riferimento. Perché in tutti questi mesi ha messo impegno, pazienza e buona volontà, doti che da me (ma sicuramente anche da voi) sono sempre apprezzate. E perché da soli si corre il rischio di arrancare, uniti invece si è una forza. Sciocco chi crede il contrario.
Abbiamo avuto il vantaggio di abbracciare anche una nuova società quest’anno, l’Atletica Stezzano, che nonostante le complessità che si hanno in una “primissima” si è dimostrata all’altezza dell’occasione. Ben vengano in ambito sportivo organizzazioni per le quali non siete solo un numero. Società che si mobilitano interamente affinché tutto vada per il meglio. Persone che mettono a disposizione tempo ed energie senza nulla aver a pretendere se non il vostro sorriso e la vostra soddisfazione. Tanto di cappello agli amici di Stezzano.
Nel corso di queste 11 settimane tanto è stato fatto “dietro le quinte”. Per qualcuno il lavoro è addirittura iniziato quando è finito il Fosso l’anno scorso, tra riunioni, consuntivi e nuovi progetti. Ad ogni gara c’è stato da montare, allestire, confezionare, riparare, smontare e chi più ne ha più ne metta. Una macchina che nonostante sia regolarmente tagliandata va sempre oliata affinché non si inceppi.
Senza considerare i possibili problemi che possono insorgere in qualsiasi gara e che devono essere risolti immediatamente. Mi vengono in mente su due piedi il black-out di Torre Boldone prontamente risolto da una buona anima e il malore accusato da un atleta a Bariano soccorso da medico e volontari C.R.I.. Insomma, qualcuno dietro c’è sempre. E il più delle volte resta nell’ombra.
Quindi, se negli anni passati il mio primo pensiero di ringraziamento andava agli sponsor, beh quest’anno mi sento il diritto ed il dovere di ringraziare “le braccia del Fosso”. Dalle belle signore addette ai ristori passando per i transennatori, gli addetti al percorso, i volontari delle protezioni civili, le associazioni che orbitano attorno ad ogni tappa, gli espositori, lo speaker, i cronometristi e gli operatori video. E Dio mi perdoni se ho lasciato fuori qualcuno, il mio ringraziamento volge anche a loro.
Ricordandovi che tutto quanto si è costruito in questi mesi è stato fatto per migliorare la vostra esperienza al Fosso. Qualche volta ci siamo riusciti, in qualche altra un po’ meno. Certo è che il riscontro di partecipazione da parte vostra c’ha dato ragione. No no, non sto parlando dei 400 presenti o addirittura quasi 500. Sto parlando del coinvolgimento che sentite al Fosso. Parlo del sentimento d’appartenenza che nutrite nei riguardi del circuito. Di quanto qualche volta sia difficile per impegni o infortuni partecipare alla determinata gara ma, ci siete comunque! La verità dell’80ina di “sempre presenti” è lampante.
Ecco, è questo che ci riempie d’orgoglio. Ed è questo al quale dovrebbero volgere il loro sguardo i “supporter” per l’anno venturo, valutando coscienziosamente chi è che “supporta” chi. (IMHO)
Mi sembrava doveroso stendere due parole in merito a tutto ciò. E poi diciamocelo, gli anni passati vi ho torturato con i miei scritti (chiamarli articoli è offensivo nei confronti di chi scrive veramente), volevate vi lasciassi senza almeno una pappardella d’epilogo?!?
Concludo augurandovi una buona estate, sia all’insegna della vacanza o delle corse, anche se sinceramente spero più nella seconda ipotesi, così avremo modo di vederci ancora in giro.
Con affetto, il vostro fotografo
Alex
Grazie anche a te per le bellissime foto fatte e per la passione che ci metti ciao Giuliano Nella